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Il libro di Enrico Berti si propone come una enciclopedia delle migliaia di parole del dialetto romagnolo che riguardano salute e malattia. Il primo impulso dell'autore è stato l'amore per le parole dialettali, in particolare quelle relative al suo lavoro di medico, data la loro intensa capacità di significare: uno sforzo formidabile, durato più di trent'anni, nell'impegno ad ascoltare i pazienti e a interrogare i colleghi, gli amici e molti dei cultori delle tradizioni. Passano così, e solo per esemplificare, vocaboli e modi di dire che si riferiscono al pazzo, allo sciocco, al vecchio o all'aspetto esteriore del malato e del moribondo; altrettanto sbalorditiva è la schiera di termini dialettali che descrivono viso, naso, denti, voce, fino alle parti più nascoste, quali le natiche e i genitali. Senza contare i riferimenti alla "medicina popolare", ai proverbi, ai modi di dire che si riferiscono alle varie patologie, fino alle parole della magia, della stregoneria e delle credenze popolari.